C’era una volta, nel Salento, un tempo diverso

Come ogni storia, anche questa storia ha un inizio, o forse no.

Ops. Scusate. Prima di parlare di storie e probabili inizi, mi presento: sono Emilio Colaci (quello degli orologi). Eh si! perché questa è una storia che parla di orologi, di orologi molto, molto grandi.

Dicevo, mi chiamo Emilio e di lavoro faccio il costruttore di orologi. Non per scelta, non per necessità ma per destino.

Strano infatti come spesso nella vita si susseguano gli accadimenti più disparati ed alla fine di questo vortice di vicende ti ritrovi ad occupare una precisa posizione nello spazio e nel tempo.

La mia era in alto, in un antico campanile del Salento, dove muovevo i primi passi in quello che sarebbe stato il mio futuro lavoro.

Proprio li, giovanissimo ma curioso e in cerca di avventure. Sommerso da ingranaggi e grandi ruote dentate coltivavo la mia vecchia passione per il tempo.

Ogni vero lavoro infatti affonda le proprie radici in una passione molto più antica. Io ero solo un bambino quando già mi appassionavo al tempo.

Passavo pomeriggi interi a leggere e a riflettere sul concetto del tempo. Esso esercitava su di me un fascino sovrannaturale; era come se in esso fossero custoditi tutti i segreti del mondo, della vita, dell’universo.

A tal proposito, vorrei citare una delle mie frasi preferite prima di intraprendere questo viaggio nella storia del mio tempo per cercare di ricordare, insieme a voi, cosa mi ha condotto a diventare un costruttore di grandi orologi:

 

“Sembra che nell’universo ci sia un ordine preciso… nel movimento delle stelle e nel girare della Terra e nello scorrere delle stagioni. Ma la vita umana è quasi sempre puro caos, ognuno prende la propria posizione. Afferma i suoi diritti e sentimenti, fraintendendo i motivi degli altri e i propri.”

 

(Katherine Anne Porter)

…continua . . .

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